
Dr.ssa Chiara Guasti, Logopedista
“Il gioco abbassa l’ansia di prestazione e i bambini migliorano senza neanche rendersene conto…Si capisce molto di più di un bambino giocando con lui che conversando per ore” Daniela Lucangeli. La terapia logopedica effettuata con tecniche di gioco permette al bambino di esercitarsi sul compito avvertendo meno la fatica. Infatti, il divertimento, alimentato anche dalla voglia di vincere, distoglie l’attenzione dall’esercizio articolatorio allentando la tensione e la frustrazione per gli errori commessi.
In questo modo migliorano le capacità dei bambini di affrontare lo sforzo e l’approccio alla terapia logopedica che viene vissuta come un momento piacevole.
Se gli apprendimenti avvengono in modo sereno le acquisizioni vengono più facilmente trattenute in memoria, rielaborate e rievocate nel momento in cui sono utili.
Ideazione di una scatola-gioco per trattare i disturbi fonologici
Di seguito proponiamo un estratto della scatola-gioco Parole ad Arte (in corso di pubblicazione) costruita per stimolare le capacità di acquisizione di alcuni fonemi.
Gioco – Parole ad arte
Imparare i fonemi occlusivi /t/, /d/, /p/, /b/, /k/, /g/

Il gioco “parole ad arte -fonemi occlusivi” nasce con l’obbiettivo di aiutare i bambini che hanno difficoltà nella pronuncia dei fonemi occlusivi.
E’ stato intitolato “parole ad arte” sia per richiamare la scelta di immagini che rappresentano parole selezionate “ad arte” con i fonemi occlusivi, sia perché le immagini sono state disegnate “con arte” da un’illustratrice.
Il disegno a mano rende l’immagine unica e originale.
I colori scelti, la tecnica utilizzata (ad acquerello) e lo stile del disegno si avvicinano al mondo fantastico dei bambini.
Le parti più significative delle immagini (nomi o verbi) sono state evidenziate con i colori per richiamare la parola target lasciando in bianco e nero gli elementi di corollario. Ad es. nell’immagine che simboleggia l’onomatopea bau, è stato colorato unicamente il cane che abbaia.
Con le carte presenti nella scatola è possibile effettuare 4 giochi differenti: tombola, memory, gioco dell’oca e gioco dell’asino.

Cap. 2.1 La scelta delle immagini.
Le immagini selezionate per il gioco rappresentano le parole contenenti i fonemi occlusivi nelle varie posizioni della parola (iniziale e mediana).
Il metodo di insegnamento delle caratteristiche articolatorie dei fonemi infatti non può prescindere dal significato che tali fonemi danno alle parole. Il bambino impara a conoscere e amare il linguaggio proprio perché le parole gli permettono di veicolare dei significati, comunicare le sue emozioni, i suoi desideri, di ottenere ciò che vuole, di entrare in relazione con il mondo esterno ed esprimere sè stesso.
Le parole sono state scelte in modo tale che i bambini si potessero concentrare solamente sul fonema “da imparare” riducendo al minimo le altre difficoltà fonologiche intrinseche nella parola, infatti:
– si è cercato di usare il più possibile parole (80%) con struttura sillabica semplice (CVV, VCV, CVC, CVCV, CVCVCV)*
– non sono stati inseriti contemporaneamente nella stessa parola sia il fonema target che il fonema con cui esso viene generalmente sostituito; L’esperienza maturata in questi anni infatti mi ha portato a constatare che i fonemi occlusivi vanno incontro a sostituzioni costanti da parte del bambino. Ad. esempio i fonemi anteriori /t/ e /d/ vengono spesso sostituiti dai loro omologhi posteriori, rispettivamente /k/ e /g/ e viceversa;
I fonemi sonori /d/, /b/ e /g/ vengono spesso sostituiti dai loro omologhi sordi, rispettivamente /t/,/p/ e /k/.
– non sono presenti all’interno della stessa parola fonemi con caratteristiche fonetiche troppo simili al fonema da imparare.
*C= consonante. V= vocale
Nel libretto incluso nella scatola inoltre sono descritte le fasi e le modalità d’insegnamento dei fonemi accompagnate dalle illustrazioni relative al luogo e al modo articolatorio.
Logopedista Chiara Guasti, 17/03/2021