“I bambini non sono mai stati molto bravi nell’ascoltare gli adulti, ma non hanno mai mancato di imitarli“.
(J.A. Baldwin)

La terapia cognitivo comportamentale in età evolutiva coinvolge principalmente il bambino e ha come presupposto la creazione di una relazione di fiducia con il terapeuta. La seduta diventa uno spazio in cui il bambino può sentirsi libero di esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni non giudicandoli come positivi o negativi ma accogliendoli per come si manifestano senza cercare di modificarli. Attraverso differenti modalità quali il dialogo, il disegno e il gioco il bambino può imparare a conoscersi sperimentando nuovi comportamenti più funzionali e in accordo con gli obiettivi del percorso condivisi nella fase iniziale.

Un altro aspetto fondamentale all’interno della psicoterapia in età evolutiva è il coinvolgimento dei genitori che rappresentano il contesto più importante nel quale il bambino si muove. I genitori vengono accompagnati nel riconoscere e rinforzare le risorse e le potenzialità del proprio figlio per favorire il cambiamento. Nello stesso tempo i comportamenti difficili, definiti “comportamenti problema”, vengono letti attraverso l’analisi funzionale che permette di uscire dall’ottica del “giusto o sbagliato”, mirando alla ricerca della funzione di quel comportamento e del perché si mantiene nel tempo, individuando strategie di cambiamento (Rinforzo, estinzione, esposizione). La collaborazione con la famiglia, quando possibile, favorisce la generalizzazione in altri contesti di quanto avviene in seduta.
Il coinvolgimento dei genitori può variare a seconda della problematica e dell’età del bambino. Dopo aver condiviso gli obiettivi della terapia, i genitori vengono generalmente coinvolti in itinere per valutare l’andamento della terapia e apprendere nuove strategie educative e relazionali. In altri casi (tipicamente nella disabilità intellettiva, nel disturbo dello spettro dell’autistico e nei disturbi di attenzione e comportamento) può esserci l’indicazione al parent training in cui i genitori vengono coinvolti nel processo educativo, riabilitativo e psicoterapeutico. In questo caso l’intervento non è limitato all’aspetto comportamentale (apprendimento di strategie più adeguate per affrontare il problema) ma prevede un lavoro anche sugli aspetti cognitivi (legati per esempio al loro senso di autoefficacia e ai loro stili genitoriali) e su quelli emozionali. In alcuni casi anche gli insegnanti vengono coinvolti nel processo di cambiamento.
Ci occupiamo di:
Disturbi depressivi
Disturbi d’ansia: disturbo d’ansia da separazione, mutismo selettivo, fobia specifica, disturbi d’ansia sociale (Fobia sociale), disturbo di panico, disturbo d’ansia generalizzata
Disturbi da deficit di attenzione/iperattività (ADHD)
Disturbi da tic
Disturbi specifici dell’apprendimento
Disturbi ossessivi compulsivi (DOC)
Disturbi da stress
Disturbi del sonno
Disturbi del comportamento
Difficoltà relazionali con i pari o con la famiglia
Difficoltà d’adattamento rispetto ad eventi significativi come separazioni o lutti